di Mario Genco
Così gli antichi navigavano nell’oscuro mare
I fari e il mare delle tenebre. Torniamo nel mare arcaico. Dove la natura aveva installato una poderosa catena di segnalamenti notturni
Nel mare in tempesta la luce del faro non scaccia la paura
S’accende il faro e molte paure, quelle letterarie e quelle concrete dei naviganti, si smorzano. Con la dovuta cautela marinara, e mai del tutto
La notte del mare, abisso di paura e di eroismi
La notte del mare era tenebra dell’animo, abisso di paura per i riottosi eroi marini dell’età arcaica; eroi e marini (meno spesso marinai) loro malgrado, per maligni voleri e capricci degli dei e degli uomini
Tanto rumore per molto poco
Era il luglio del 1811 e Palermo aveva ancora una delle più attive flotte corsare del Mediterraneo…
Anche i corsari marcavano visita
Il paranzello corsaro Vittoria era appena tornato a Palermo da una fruttuosa crociera. Aveva catturato alcune prede, che avevano fruttato, rivendute all’asta, quasi duemila onze
Marettimo, l’isola sacra di Iside
Gli antichi – Polibio, Plinio, Tolomeo, fra gli altri – l’hanno sempre chiamata Hiera, l’Isola Sacra: a chi e perché non ce l’hanno mai detto. Segno, forse, che era stata sacra anche per quelli venuti prima di loro e che nemmeno questi avevano sentito il bisogno di dirlo
I Trapanesi alla guerra d’Algeria
La gente che lavorava al porto di Trapani, quella mattina di fine maggio del 1816, capì che dal mare gli stava arrivando una brutta notizia. Spinta dalla brezza di ponente si vedeva avanzare una flottiglia di leutelli che anche da lontano tutti seppero che erano barche coralline
Feroce, il siciliano alla guerra di corsa
Si chiamava Feroce e forse il destino aveva previsto che nome a vita combaciassero. E così era stato: diventò un corsaro
Ricorsi al tribunale delle prede
Erano turbolenti il traffico e le banchine del porto di Palermo nel primo decennio del XIX secolo…