
Cerda, Menfi e Licata sono i toponimi che identificano la supremazia del carciofo spinoso siciliano
di Rossana Brancato
Cerda, Menfi e Licata sono i toponimi che identificano la supremazia del carciofo spinoso siciliano, luoghi di coltivazione dove la tutela e la riproduzione delle varietà locali non risente dell’omologazione del gusto degli ibridi dell’agricoltura massiva.
Carciofi precoci, dato il microclima costiero, aromatici e che si identificano per delicatezza al palato e croccantezza. Le tante cultivar di carciofo violetto siciliano assumono caratteristiche cangianti in base ai comprensori agricoli, che si estendono da Siracusa ai suoli vulcanici etnei, arrivando a Niscemi. Il carciofo viene celebrato nei mesi invernali e all’inizio della primavera dalla gastronomia siciliana, trovando la massima espressività nelle preparazioni alla brace e nelle fritture.
Il carciofo è un alimento ideale da consumare crudo, sottilmente affettato o al vapore, e dopo gli eccessi alimentari delle festività natalizie, andrebbe scelto anche per le sue proprietà fitoterapiche depurative, in linea con le diete ipocaloriche e col piacere del gusto. Le indicazioni di benessere del carciofo sono attribuite a diversi composti attivi presenti nell’alimento, che hanno potenzialità curative e che generano effetti farmacologici sinergici. La corretta alimentazione prende spunto dalla varietà stagionale degli ingredienti, e resta la migliore scelta di integrazione alimentare non solo energetica, di elementi vitaminici e minerali essenziali, ma anche salutistici.
La promozione della salute è fatta soprattutto di scelte consapevoli a tavola: consumare con frequenza i carciofi in questa stagione si rivela una strategia vincente anche per depurare l’organismo e fare il pieno di antiossidanti. I composti fenolici del carciofo contrastano i radicali liberi promotori dell’invecchiamento, hanno la capacità di modulare la biosintesi del colesterolo e di inibirne la degradazione implicata nelle patologie cardiovascolari.
La sostanza chiamata cinarina stimola la funzionalità epatica, mentre la silimarina (che è un insieme di tre sostanze: la silibina, la silidianina e la silicristina) di cui sono ricchi i carciofi selvatici e il cardo mariano coadiuva la rigenerazione cellulare del fegato, favorendo il processo di eliminazione delle tossine causate da farmaci, da eccesso di alcol, fumo di sigaretta e inquinanti ambientali. Consumare carciofi è utile anche per equilibrare la flora batterica intestinale: la ricchezza di fibre insolubili e inulina riduce i picchi glicemici, favorisce la digestione e la peristalsi. Inoltre, sono ortaggi che integrano sali minerali fondamentali come potassio, fosforo, calcio, magnesio, ferro, zinco e rame: utili a tutte le età e fisiologicamente coinvolti nel metabolismo energetico.